Maranini e la Partitocrazia

  18 Settembre 2021


Giuseppe Maranini (Genova, 16 aprile 1902 – Firenze, giugno 1969) è stato uno dei maggiori giuristi costituzionali e politologi Italiani del 20° sec.

Il Prof. Giuseppe Maranini afferma: «D’altra parte le nuove forze associative scaturenti dalla lotta economica si politicizzano influendo sulla vita dei partiti in modo cosi decisivo da rendere ormai anacronistiche e impossibili libere e spontanee correnti di opinione, quali una volta erano in sostanza i partiti. I partiti dell'epoca nuova, si presentano come organismi disciplinati, dotali di burocrazia, finanza, stampa, inevitabilmente collegati alle organizzazioni economiche, sindacali, lobbistiche delle quali riflettano le lotte e gli interessi. Veri stati nello stato, ordinamenti giuridici cioè autonomi, essi mettono in crisi con il loro particolarismo e talvolta con il loro il liberalismo il debole Stato liberal-parlamentare, al quale si presenta un compito ben più grave di quello per il quale era attrezzato; non si tratta più di difendere l’individuo contro l’individuo, ma si tratta di difendere l’individuo e la legge contro potenti organizzazioni. Queste a loro volta traggono sempre nuovo alimento dal senso di panico potenziale che pervade gli individui a causa della carenza dello Stato. L'individuo, sentendosi indifeso nel maggior ordinamento lo Stato, cerca negli ordinamenti minori e particolari la sua garanzia e a quegli ordinamenti paga il tributo di obbedienza che Io Stato non sa più esigere».


Questa brillante e acuta anticipazione del Prof. Giuseppe Maranini trova riscontro nell’attuale arrogante situazione politica la quale trae origine da ambiguità Costituzionali.

Dall’articolo 1° della Costituzione il quale recita: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Dall’articolo 67 della Costituzione il quale recita: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

I partiti sono riconosciti dalla Costituzione come associazioni private.

La vita della partitocrazia è garantita dalle tessere e dalla burocrazia che sono quelle categorie che godendo di evidenti privilegi, rispetto al popolo minuto, si guardano bene dal mettere in discussione tale partitocrazia.